Paucipotenti

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Una delle tante sciocchezze dei teorici parafascisti dell’identità (per loro ovviamente minacciata da congiure varie) è la convinzione che essa sia stabile nel tempo.

Le cose non stanno così: noi umani, malgrado il nostro patrimonio genetico, siamo adattativi e flessibili, influenzati dall’ambiente e – in parte – dalle scelte che facciamo. E proprio in questi anni si sta sviluppando una nuova scienza, l’epigenetica, che mostra come gli stessi geni costituiscano un patrimonio non fisso, per di più col Dna che include le istruzioni per poter cambiare nel corso della propria esistenza.

La verità, come sempre ignota alla nostra destra ignorante e incivile (le eccezioni sono rarissime), è che la vita è non un fatto ma un processo, un divenire. Se di identità vogliamo parlare, parliamo almeno di un’identità multipla e cangiante.

Certo, nasciamo immersi in una cultura determinata e con caratteri ereditati. Ma mutiamo dai primi giorni e poi via via nelle svariate fasi del vivere.

La conseguenza – per dirla all’inglese – è che l’esistenza è sempre un ‘work in progress’, una tela che tessiamo ogni giorno, potendo anche disfarla un poco per poi riprenderla in parte diversa.

Ci muoviamo, cioè, tra necessità e libertà, tra vincoli e opzioni. Non siamo, insomma, onnipotenti ma paucipotenti, sì: un po’, solo un po’, quel che però basta per non sentirci robot, per essere umani ‘in itinere’.

 

Credits: dal web

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