Bim Bum Bam

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Più di due decenni fa New York per alcuni giorni fu paralizzata da un black out totale: niente elettricità, abitazioni e uffici al buio, ferme metropolitane e ferrovie, metropoli bloccata.

Dopo nove mesi gli uffici dell’anagrafe e l’efficiente istituto centrale di statistica registrarono un picco delle nascite, segno evidente che i coiti avevano dilagato nella popolazione chiusa in casa al buio.

Chissà se a novembre noteremo in Italia lo stesso fenomeno, almeno per le regioni del nord. Se ciò avverrà vorrà dire che il nuovo coronavirus avrà incentivato la più antica pratica etero-sessuale, malgrado l’utilizzo crescente dei metodi contraccettivi. Sarà stato, insomma, un pro-cettivo di tipo originale e imprevisto.

Come definire tutto ciò? Propongo di utilizzare il modo utilizzato da una mia collaboratrice esperta (ha due figlie), che sin da bambina chiama i ‘sexual intercourses’ con l’espressione Bim Bum Bam. Mi sembra che essa valga più dei comuni e volgari ‘scopare’, ‘chiavare’, ‘trombare’, eccetera, invero un po’ squallidi: dà, infatti, l’idea del gioco, dell’allegria, dei fumetti western. Cioè proprio di quel che manca all’odierna pornografia, anche medico-scientifica, con cui si parla di una bellissima dimensione del vivere: il sesso, che – all’antica – amo ancora definire ‘fare l’amore’.

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