Volare, oh oh

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Stiamo strisciando rasoterra, coi limiti imposti dal Covid e senza alcuna immagine del futuro, come si vede nella morte della politica – quella vera – nelle assurde discussioni di questi mesi.

In tanti abbiamo perso il gusto del ‘volare alto’, dell’immaginare un futuro per l’Italia, di avere ‘pensieri lunghi’. Viviamo alla giornata, all’ora, al minuto: tiriamo a campare, con la visuale dei vermi di terra. Mai un’idea nuova, un progetto, un disegno a medio termine. Soffochiamo nel presente, così come tragicamente soffoca chi non ce la fa a vincere la sua lotta contro il coronavirus.

In questa società asfittica, senza respiro, quasi in apnea, l’immagine di Kanae Sato qui sopra riprodotta indica – nella sua gioiosa semplicità – una parte della via d’uscita.

In che modo? Saltando e non camminando o strisciando. Volando in alto, come nella famosa canzone di Modugno, espressione involontaria del boom nazionale nel mondo. Saltando gli ostacoli, con un pizzico di creatività. Agendo insieme, come le tre bambine vestite di giallo. Giocando, cioè con un approccio non cupo, non savonaroliano, più alla Boccaccio o all’Ariosto. Togliendosi le scarpine, il formalismo, le buone maniere.

Come era scritto su un muro dell’Asilo Bianco di Mosca, comunista e libertario: “se la rivoluzione si ferma alla tragedia, morirà in tragedia; se attiverà sogni e giochi, vincerà allegramente”.

 

Credits: Kanae Sato

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