Tre piccole persone isolate ciascuna in un piccolo cesto appeso a una gigantesca mongolfiera, fatta come un immenso punto interrogativo: ecco la metafora odierna del sentirsi sballottato dai venti della storia, senza capire verso dove si è trascinati (per lo più sapendo che la classe cosiddetta dirigente non dirige alcunché e non ne sa più del cosiddetto popolo).
È questa – nell’immagine qui sopra – la sintesi della realtà attuale: una realtà quasi irreale, senza una direzione, priva di senso, fragile e imprevedibile.
Eppure l’Odissea ci può aiutare, col mito di Ulisse, che resiste a tutte le tempeste, ai venti di Eolo, alla ferocia del monocolo Polifemo, alle seduzione delle sirene, alle magie di Circe.
A tutte queste minacce l’Itacense oppone la sua forza di volontà poiché ha un telos, un obiettivo da raggiungere: tornare alla sua isola, da Penelope e da Telemaco.
La storia narrata da Omero ci ricorda che possiamo darci un fine e perseguirlo, contro tutto e tutti (anche taluni dei).
I grandi punti interrogativi, pur tra fatiche e lutti, possono essere superati dalla motivazione, dal testardo ‘tendere a’, in definitiva dal mix di speranza e fede: un mix che può talora spostare le montagne e che – seppur talora fallisca – dà senso al vivere.
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