Temporale in arrivo

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L’immagine che accompagna questo testo mostra il duomo di Milano tra nuvoloni minacciosi. È, mi pare, una buona metafora per descrivere la realtà del nubifragio Covid che s’abbatte in Lombardia e altrove.

Sentiamo, sappiamo che una tragedia è in atto. E ne conosciamo i responsabili: la gestione improvvida e talora criminale da parte di molte autorità; l’irresponsabilità di molti; lo spirito genocida dei negazionisti; l’incapacità di comunicare pochi dati e ordini chiari; la consueta battaglia delle lobby, volte a far prevalere i loro interessi sulla tutela della salute; il deficit di pianificazione; la tragedia del decentramento regionale.

Ora tutto ciò si mescola col disagio collettivo: non solo gli ansiosi meteoropatici vanno in tilt, ma tutta la società sente l’atmosfera elettrica, vorrebbe correre ai ripari, tende ad auto-isolarsi anche prima del lockdown.

La casa torna ad apparire protettiva, anche se sappiamo che è e sarà spesso luogo di contagio.

Chi può cerca aiuto nelle micro-comunità di riferimento.

Chi vuole si prepara ad accogliere o almeno ad ascoltare gli sfollati, a dare solidarietà.

La sindrome è quella del diluvio universale. Ma dov’è l’Arca?

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