Pietà l’è morta

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Basta! Basta non con le morti, di per sè inevitabili e ora – come capita periodicamente nella storia – concentrate in poco tempo; ma col mal morire: soli, senza il conforto dei propri cari, senza funerali, in casse portate altrove con i camion militari.

Basta con un Paese senza respiratori, guanti, mascherine, medici, infermieri, ambulanze, ospedali adeguati, casse da morto, crematori (per esempio ora a Milano), loculi cimiteriali (ricordate l’indignazione di Pertini in Irpinia dopo il sisma del 1980?).

Basta coi tagli trentennali alla sanità, con la mancata pianificazione pubblica centralizzata (altro che Regioni) della ricerca, della cura, dell’accompagnamento al fine vita e dopo la morte.

Basta col trionfo del privato inefficiente, del disprezzo dei camici bianchi e azzurri, delle università impoverite o serve dell’industria farmaceutica, delle balle criminali dei no vax, del sovranismo che non sa nulla e alza frontiere inutili (il virus è internazionalista…).

Basta col sistema che ha portato a tutto questo, del libero mercato non ottimizzante, del business senz’anima e senza pietà.

Basta con l’ecocidio che ha creato le premesse di questo e altri disastri, con la selezione di classe delle vittime e delle terapie, col degrado morale di vari sanitari del Cardarelli di Napoli, con il lavaggio d’immagine tramite pelose donazioni di ricchi e imprese che cercano di far dimenticare le loro colpe e menzogne storiche.

Passata questa fase, non pensiamo di riprendere l’andazzo di prima. Con questi figuri davvero ‘pietà l’è morta’. Ma noi che la pietà conserviamo, che ci sentiamo vicini ai morti e ai loro parenti e amici costretti alla lontananza persino nella morte, noi non dimenticheremo chi ha reso possibile questo mal morire. E cercheremo di cambiare rotta.

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