Era una notte oscura

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Una favola persiana degli anni ’40 del Novecento racconta di una bambina molto malata, che rischiava di morire. Tutti i famigliari si affollavano attorno al suo letto, il medico era stato chiamato.

Venne e, nel silenzio degli astanti, sentenziò: “La piccola soffre solo di tristezza. Per salvarla bisogna soddisfare un suo desiderio”.

Il padre, un imam autorevoĺe e barbuto, le chiese cosa volesse. E lei rispose solo: “Stelle in cielo”.

Ma quella notte era scura come la pece, senza luna né stelle. Dunque la bambina sarebbe morta.

Il paese si mobilitò ma senza successo. Sinché lo scemo del villaggio propose all’imam di dipingere il cielo.

Vennero trovati dei pittori, che si issarono sui trampoli, conservati per il ritorno annuale del circo berbero.

Essi fecero il loro lavoro con velocità e perizia, con l’aiuto di Allah, che fece brillare come vivi quei finti corpi celesti.

E la bimba sorrise felice e visse sino a 83 anni, con figli, nipoti, pronipoti (anche lo scemo si era sposato).

Quando da vecchia raccontava loro questa sua vicenda diceva sempre: “La vita è piena di trucchi: la fantasia cambia il mondo”.

Poi scoppiò la pacifica e parlamentare rivoluzione socialista di Mussadeq, repressa nel sangue dai padroni del petrolio, dallo Shah, dagli anglo-americani, dai latifondisti feudali, dal clero sciita. E le stelle smisero di brillare anche nelle notti buie: come avviene ancora in Iran.

 

Credits: dal web

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