E lui volò via

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Il mondo dis-globalizzato si basa sulla riduzione dei viventi a funzioni del meccanismo neo-schiavistico dominante. Esso cerca di trasformare i viventi da persone a semplici ruoli pre-codificati (produttori, distributori, consumatori, comunicatori, manipolatori del consenso, ecc.).

Ognuno è una rotellina del Grande Sistema, il quale tenta di usare pure gli oppositori, che talora persino crea. Il tutto sulla base di un lungo processo storico, consolidatosi in Europa due secoli e mezzo fa e poi perfezionato e diffuso col capitalismo imperialistico moderno, ora quasi totalmente finanziarizzato.

Il marchingegno non è solo diffusore di disuguaglianze e di guerre, ma ha quasi distrutto le culture tradizionali; sta uccidendo il pianeta; ha portato l’alienazione e i disagi esistenziali a livelli inediti.

Ha, però, quattro limiti.

Risulta insostenibile.

Attiva una rabbia sociale che – probabilmente dopo un programmato sbocco fascista, populista, sovranista – darà vita a spinte internazionaliste e rivoluzionarie (“Socialismo o barbarie”).

È sin d’ora contrastato da singoli e gruppi che immaginano e progettano un futuro migliore: anzi, il solo futuro possibile, poichè gli altri futuri identificati dal potere porteranno alla fine dei terrestri.

Possiamo fare molto per salvare con altri l’umanità e la natura in una direzione solidale, organizzata, pianificata e nel contempo comunitaria, auto-gestita, libertaria, neo-comunista.

E possiamo cominciare anche da soli, come nell’adorabile opera di Alessandro Gottardo (Shout) che mostra un uccellino meccanico di un orologio a cucù. L’uccellino si libera del suo ruolo rigido di schiavo annuncia-ora e – utilizzando la spinta della molla – prende il volo e se ne va: metafora amabile di un singolo atto di liberazione, che fa cucù al cucù e dà con ciò l’esempio ad altri.

 

Credits: Alessandro Gottardo

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