Divisivo

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In questi anni marci è diventato di moda il termine ‘divisivo’, citato sempre in senso negativo. Non sono d’accordo sulla deplorazione: la parola è neutra, si limita a mettere in luce che qualcuno o qualcosa divide, tiene separati, allontana.

Ebbene, separare e distinguere spesso è necessario, è un bene: il grano dal loglio, il Bene dal Male, l’aggredito dall’aggressore, il vero dal falso, la cellula cancerogena dalle cellule sane.

Ciò vale per la democrazia, che è di per sé distinzione, diversificazione, scontro (altrimenti è unanimità, unanimismo, appiattimento). Infatti, la grande bugia sovranista e reazionaria si fonda sull’idea di un popolo unito, unico, identitario.

Noi, oggi, se vogliamo tornare a essere un popolo civile e dinamico abbiamo urgente bisogno di dividerci, contrapporci, combatterci. Contro la pappa paludosa delle ‘larghe intese’, della ‘patria comune’, dei ‘valori condivisi’, della ‘ricucitura del tessuto sociale’ faremmo bene a estendere i conflitti e le scelte nette: perché la democrazia è conflitto civile o non è; perché solo scegliendo inizieremo a risolvere i problemi; perché la convergenza tra opposti è sinonimo di immobilità marcescente.

Per essere pro è indispensabile essere contro. Spero che dissentiate, così ci dividiamo, litighiamo (amabilmente) e miglioriamo tutti.

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