Competenza

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Nel lontano 1907 il principe Scipione Borghese con lo chauffeur Ettore Guizzardi e il giornalista Luigi Barzini in un’auto Itala vinse la prima Pechino Parigi (in due mesi!) attraversando Paesi semi-ignoti su strade non asfaltate o inesistenti. Si racconta (ma forse è un mito) che un giorno l’auto si fosse fermata, senza che i tre fossero in grado di rimetterla in moto. Per fortuna passò di lì un mugiko analfabeta, a cui i tre spiegarono a gesti il problema. Il tizio se ne andò e tornò due giorni dopo con un personaggio misterioso che aprì il cofano dell’Itala, vi guardò dentro un po’, tirò fuori un martelletto e diede un solo colpetto. Dopodiché l’auto fu rimessa in moto a manovella. Ovvio entusiasmo degli Italiani, vivi ringraziamenti usando il linguaggio dei segni partenopeo, richiesta di conoscere la somma da pagare. Il salvatore scrisse su un foglietto una cifra altissima, che provocò la reazione dei nostri eroi: “Ma come, 1.000 franchi per un solo colpo di martelletto?” gli fece intendere. E l’altro rispose con un altro testo scritto sapeva il francese): “Dato colpo di martelletto = franco 1. Saputo dove darlo = franchi 999”.

Un inno alla meritocrazia? No, un’esaltazione della competenza, che, se in molti sapessimo dove dare il colpo del martelletto, abbasserebbe il prezzo a 10 franchi. Ma i meritocrati non amano la diffusione del sapere, adorano la piramide non feudale del potere.

Immagine: dal web

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