Abrogare le Regioni

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Non so voi, ma io sono stato un regionalista convinto. Per 4 motivi: il rifiuto del modello fascista di accentramento statale; la tradizione cattaneiana; il favore per contro-poteri regionali al predominio della destra; l’antica diversità delle culture locali.

Beh, ora mi sono convinto che faremmo bene a rinunciarvi. Sempre per 4 motivi: la loro costosissima e scarsa efficienza; la necessità di decisioni accentrate in alcuni ambiti-chiave (per es. scuola e formazione, trasporti, salute: e ricordiamoci che solo quest’ultima vale quasi tre quarti dei bilanci delle Regioni); l’incapacità di quest’ultime di forgiare una classe dirigente degna di questo nome; il trasferimento di molti poteri all’Unione Europea, di cui pian piano stiamo diventando noi stessi una ‘region’ (come per le multinazionali).

Ciò vorrebbe dire rafforzare le province, quale ente intermedio tra Stato e comuni. Certo, ridisegnandole e in parte riaccorpandole, per correggerne la ridicola moltiplicazione clientelare.

Ho, però, due crucci: la necessità di mutare la Costituzione e la vigorosa opposizione pressoché unanime delle forze politiche, per ovvi (e deplorevoli) motivi. Ma tentar non nuoce…

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